Nessun minerale vale se privo di vibrazioni
I cibi possono essere catalogati in base alla loro vitalità, che più è maggiore più è apportatrice di salute psico-fisica. Si parla comunque e sempre ci cibi naturali e non di integratori che in nessun modo possono replicare quello che la natura offre in termini di vibrazione ed equilibrio...
L’importanza fondamentale dell’energia elettromagnetica e delle vibrazioni Vibrare vuol dire vivere.
Vibrazione nei cibi significa onde elettromagnetiche vicine all’infrarosso (7600-9000 Å) che si trasmettono da una molecola all’altra, significa potenza enzimatica e reattiva, significa alla fine vitalità ed assimilabilità.
Ce l’ha insegnato non solo il grande Nikola Tesla, ma pure l’ingegnere francese Simoneton, che per 20 anni ha concentrato i suoi studi sul valore dei vari cibi in relazione al grado di vibrazione che essi dimostrano sulla scala dei valori radianti, associando ai cibi più sani, nutrienti e digeribili, quelli dotati di onde di colore rosso (da 6200 a 7600 Angstrom), mentre i cibi di appoggio e di compromesso, vanno dalle onde di colore violetto aa quelle blu, verdi, gialle ed arancio, ovvero dai 3000 ai 6200 Å).
I cibi inferiori sono quelli dotati di onde di colore ultravioletto (appena sotto i 3000 Å), mentre i cibi morti sono quelli caratterizzati dai raggi X, con onde dai 600 ai 3000 Å. L’ho appena detto ieri, nella mia tesina sulla fame, ma è un discorso importante, meritevole di replica.
I soli cibi promossi a pieni voti sono la frutta e la verdura allo stato naturale
Il fatto che i soli cibi promossi a pieni voti, in quanto caratterizzati da onde Angstrom superiori ai 6500, siano la frutta e la verdura allo stato naturale, e quindi cariche di enzimi, di vitamine veraci, di ormoni della crescita e di carboidrati virtuosi, ossia di succhi zuccherini bilanciati, la dice lunga su quali siano veramente i cibi di elezione per l’uomo e quali no. Il fatto poi che tutti gli altri parametri-spia fondamentali, tipo il fattore di potenza alcalinizzante, quello di potenza antiossidante, quello di adattabilità gastrointestinale, quello di compatibilità etica e psicologica, vadano tutti nella stessa direzione e non da altre parti, rappresenta un ulteriore segno di coerenza e di armonia del creato, una ulteriore testimonianza, se vogliamo, di una precisa intenzione e volontà divina, ed anche di un insegnamento illuminante, di una direttiva comportamentale.
In un pezzo di carne morta è impossibile trovare dei valori
Quando poi si passa dal cibo concreto e visibile, ai suoi micro-componenti interni, il discorso non cambia. Per avere un cibo sano e digeribile, privo di controindicazioni e di effetti collaterali, anche i suoi singoli componenti devono essere in linea con le stesse caratteristiche prima accennate. E’ logico pertanto pensare che in un fico o in un mirtillo ci siano al loro interno sempre e solo dei minerali organicati, e non dei minerali inorganici.
Ed è altrettanto ovvio che in un pezzo di carne morta, soggetta cioè a un processo immediato di putrefazione, sia impossibile trovare dei valori, sia in senso etico e morale che in senso nutritivo.
L’assoluta necessità di assumere minerali organicati
Parlando specificamente di minerali, siamo tutti d’accordo che al corpo servano determinati minerali affinché esso possa svolgere il suo lavoro al meglio, mantenendosi in buona salute. Pochi invece si rendono conto che tali minerali, per essere assimilati, per essere preziosi e non dannosi alla salute, devono essere in stato organico, devono cioè essere stati organicati naturalmente dalla funzione clorofilliana e dal magico e paziente intervento del Sole.
Solo in questo caso i minerali vengono accettati senza riserve, senza effetti collaterali, e apportano beneficio subito, domani e dopodomani, e non solo in via provvisoria e con modalità stimolatorie, illusorie, scombussolanti e droganti.
Un minerale organicato od organico è tutto un’altra cosa rispetto a un minerale duro
Per capire meglio la netta distinzione tra minerale organico (sempre buono) ed inorganico (sempre cattivo), occorre fare alcune considerazioni ed alcuni raffronti, che hanno valore di leggi precise e inamovibili, e che nessuna industria e nessun ricercatore Nobel o non-Nobel potranno mai stravolgere o modificare: Ogni volta che i minerali stanno depositati nel terreno, o disciolti nell’acqua, o fusi in una struttura metallica, essi sono in stato inorganico.
Ogni volta che i minerali stanno all’interno di una pianta viva, non sottoposta a processi di cottura o di trasformazione industriale, essi sono invece allo stato naturale ed organico.
Al mondo nessuno è in grado di trasformare i minerali dallo stato inorganico in quello organico, all’infuori delle piante vive ed esposte al sole, con radici attecchite su un terreno fertile ed irrigato. Gli animali alati e quadrupedi, ma soprattutto i bipedi umani, devono per forza prendersi la propria quota giornaliera minerale dal regno vegetale, oppure mediante sopraffazione su altri animali, catturandone la carne e consumandola a crudo. I minerali inorganicati non sono solo inutili ma anche velenosi per l’organismo.
Il ferro del sangue e quello del chiodo hanno la stessa formula chimica
I chimici sono spesso simili ai medici. Sono ammalati di una malattia che si chiama smania di protagonismo. Siccome i minerali organici e inorganici possiedono la stessa formula chimica, i tecnici di laboratorio hanno abboccato facilmente, e così pure hanno fatto i primi nutrizionisti, ereditando la confusione in modo automatico ed acritico. Il ferro che abbiamo nel sangue ha infatti la stessa esatta composizione del minerale ferro che sta in un comune chiodo. Chimicamente parlando, ferro è ferro dovunque esso sia. Stesso discorso per il calcio delle ossa, che è simile a quello della roccia, ovvero alla dolomite.
Essere simili chimicamente non vuol dire esserlo biologicamente ed alimentarmente
L’errore che facevano i primi nutrizionisti dei secoli scorsi era quello di pensare che la similarità dei minerali organici ed inorganici significasse anche similarità biologica e nutritiva delle molecole che li contenevano, per cui il minerale delle acque e del suolo fosse adatto pure alla nutrizione. Tanto è vero che nei tempi andati si ricavavano supplementi minerali direttamente dai chiodi, e molti medici pretendevano addirittura di curare l’anemia facendo bere bottiglie su bottiglie di acqua ferruginosa. Purtroppo non è così.
Non siamo mangiatori di sali ma bensì mangiatori di piante, ovvero consumatori di frutta e verdura, cioè delle 160 mila diverse specie di vegetali messici a disposizione sul suolo terrestre da parte di un previdente e fin troppo generoso Creatore.
Gli esperimenti del dr Abderhalden
Agli inizi del secolo scorso, uno scrupoloso scienziato tedesco di nome Abderhalden condusse una lunga serie di esperimenti sul comportamento e sugli effetti concreti del ferro nelle sue diverse forme e variazioni. Trovò che gli animali alimentati con cibi ferro-carenti, integrati però perfettamente da ferro inorganico, non erano in grado nel lungo periodo di produrre emoglobina al pari di quelli che invece affrontavano la medesima carenza mediante una normale dieta naturale e ferro-virtuosa.
Succede infatti che, mentre il ferro del ferro inorganico può essere assorbito dal corpo, non può però essere utilizzato per la formazione dell’emoglobina, e rimane in parte eliminato con le urine, ed in parte disperso ed inutilizzato nei tessuti, depositato nelle placche arteriose, nei giunti e negli organi. Abderhalden arrivò alla conclusione ed alla dimostrazione concreta che il beneficio apportato dal minerale inorganico era apparente e transitorio, in quanto risultante dall’effetto-stimolazione che ogni veleno, ed ogni sostanza estranea non-utilizzata, provoca nel sistema immunitario e nell’organismo, creando leucocitosi, stress ed accelerazione cardiaca nel tentativo di espellerla.
L’idea del dr Hansel di utilizzare minerali inorganici come alimenti
E’ un gravissimo errore pensare che il corpo possa digerire ed assimilare costruttivamente chiodi e roccia polverizzati per il suo fabbisogno minerale. L’idea di somministrare minerale inorganico come cibo e come rimedio arriva sempre dalla Germania di cento anni orsono, da un ricercatore di nome Hensel. Sulla spinta delle sue prime sperimentazioni, i primi ad abboccare furono i soliti omeopati, all’eterna ricerca del rimedio più ancora dei medici. Espansero l’idea e la pratica e si tuffarono a capofitto nella preparazione di molti preparati minerali chiamati sali cellulari, e li proposero al pubblico in centinaia di bottigliette colorate intese a risolvere le carenze minerali vere o fasulle della popolazione.
Il tempo delle boccettine e degli imbrogli
Erano più o meno i tempi in cui l’ambulante John Rockefeller vendeva in America con grande successo boccettine di petrolio grezzo agli ignari e sprovveduti contadini americani, spacciandole per pozione magica, per panacea contro tutti i mali. Pare che circolasse anche della gente che vendeva in boccette semplice acqua marina, come ottimo rimedio al cloruro di sodio e di magnesio, facendo ottimi affari, fino a quando la gente si accorse e pensò che poteva anche rifornirsi da sola e direttamente in riva al mare. Se c’era da ridere sulle boccettine di Rockefeller non c’era meno da ridere su quelle degliomeopati, entrambi abili truffatori degni delle storielle medievali del Decamerone di Giovanni Boccaccio, tipo quella famosa di Chichibio e la gru.
Le mescole innaturali, al pari dei cibi non-della-specie, fanno solo danni
Tutti questi preparati, indipendentemente da come vengono prodotti, mescolati, confezionati e commercializzati, sono purtroppo inutili e dannosi da un punto di vista salutistico, e questa è la verità nuda e cruda. Come mai? Non sono utilizzabili perché il corpo non li può semplicemente assimilare. E’ un po’ come le vitamine sintetiche, che hanno la medesima formula chimica delle vitamine naturali, ma che non servono al corpo se non per tormentarlo ulteriormente.
O come le proteine animali, che devono prima essere demolite e trasformate in aminoacidi perché il corpo le possa utilizzare (cosa che non può avvenire nel corpo umano, per cui ogni pasto carneo si trasforma in un evento leucocitosico ed in un avvelenamento putrefattivo, accompagnati da costante febbre gastrointestinale).
L’azione irritante e stimolante degli integratori, spesso scambiata per azione benefica
Cosa succede dunque quando si assume del minerale inorganico? Il corpo va immancabilmente sotto stress eliminativo, in quanto deve rimboccarsi le maniche ed affrontare la nuova emergenza creata da questi invasori sibillini. Deve accelerare le sue attività escretorie e svolgere del superlavoro per espellere tali sostanze, con grave dispendio energetico. Ecco allora il ricorso alla banca enzimatica interna ed alla auto-stimolazione che fa marciare il corpo intensamente, con temperatura più alta del normale.
Tale stimolazione viene scambiata e barattata per azione benefica del supplemento. In realtà i supplementi sono sempre dannosi. Essi sono letteralmente inanimati, e pertanto incapaci di qualsiasi azione, all’infuori di quella irritante di carattere chimico.
La legge del minimo di Gustav Von Liebig
Il barone Gustan von Liebig (1803-1873), chimico tedesco e professore a Giessen e poi a Heidelberg, stabilì un famoso principio universale chiamato la legge del minimo, secondo il quale Lo sviluppo degli esseri viventi è regolato e condizionato dalla fornitura dell’elemento presente nella misura minima. Tradotto in soldoni, ciò significa che, se ti manca del ferro, e i 20 mg di ferro che vuoi introdurre con un cibo hanno bisogno, detto a caso, di 5 mg di rame e 3 di manganese per essere sinergicamente assimilati, mentre nel medesimo cibo ce ne sono 40 di ferro 10 di rame e 1 solo mg di manganese, chi comanda tutta la reazione e la partita è proprio lo striminzito milligrammo di manganese, che va a rendere inutili e quindi espellibili con costi e fatica circa 33 mg di ferro e circa 7 mg di rame.
Nessun sale inorganico fa bene al corpo umano, parola di Shelton
Herbert Shelton ha scritto interi capitoli per dimostrare che tutti i sali sono dei potenti irritanti del sistema gastrointestinale. Irritanti al punto che gli agricoltori usano il cloruro di sodio e simili come insetticida. Pure gli antichi egizi lo conoscevano bene, visto che lo usavano per imbalsamare i loro morti. Del resto basta mettere una piccolissima presa nell’occhio o su una ferita, per farci saltare di dolore, e farci capire di quale pasta è fatto il sale. Nessuna meraviglia che i sali facciano aumentare la pressione e siano apportatori di stimolazione. Se si vieta il troppo sale sulle insalate e sulle vivande, il discorso vale ovviamente anche per gli integratori.
Non esiste azione singola ed isolata dei minerali
I minerali non lavorano isolati, ma sempre in compresenza attiva di co-vitamine (naturali e non-sintetiche pure quelle), nonché di altri minerali, di enzimi e di magnetismo. Anche immaginando che esista un’industria avanzatissima e quasi divina, capace di compiere il miracolo di mettere assieme le dosi equilibrate, il processo di estrazione dei minerali distruggerebbe ogni qualità benefica e vitale dei medesimi.
I minerali contenuti nelle acque potabili non portano alcun beneficio
Non c’è Santo o Nobel che tenga, i minerali devono essere consumati nel loro stato naturale, organico, non frammentato e non isolato. Al pari dei supplementi, le acque minerali naturali e ancora di più quelle mineralizzate industrialmente non portano alcun vantaggio al corpo umano. Tutti gli ioni minerali ivi contenuti devono essere espulsi. Se tali acque sono poi troppo dure, l’espulsione non avviene con la necessaria intensità, ed i minerali vengono allora depositati in diverse zone del corpo, formando calcoli renali, depositi incrostanti lungo le arterie, disturbi cardiaci, artrite, ossificazione del cervello, ed altri guai niente affatto trascurabili.
Le arterie indurite e cementate, spaccabili solo col martello
Ma uno dei danni più evidenti è quello causato dall’aggregazione minerale nelle placche del colesterolo. Gli anatomisti delle autopsie, parlano di arterie riempite di colesterolo misto a minerali, indurite e cementate al punto di richiedere un grosso martello per essere disgregate. Tali placche portano a problemi cardiovascolari, e formano pure micidiali alleanze con l’acido urico dei caffè, dei the e della carne, provocando fenomeni artritici e reumatici.
La cottura dei vegetali disorganizza i minerali organici ritrasformandoli in minerali duri da suolo
Le cellule umane possono usare solo acqua distillata, come quella che sta all’interno delle piante crude, della frutta e dei meloni in particolare, che viene pure chiamata acqua biologica (viva ed organicata). La prova di quanto sopra, e dei gravi danni arrecati all’uomo da tutti i minerali inorganici, si ha regolarmente con la cartina di tornasole della leucocitosi, che scatta nel corpo umano tra la mezz’ora e le 3 ore dopo che l’acqua mineralizzata è stata bevuta, o dopo che un cibo vegetale ma cotto è stato consumato, dove i suoi minerali organicati di origine sono stati disaggregati, rovinati, resi inorganici dalla cottura.
Il fenomeno della leucocitosi
La leucocitosi, per chi non lo sapesse, è una proliferazione patologica di globuli bianchi, che funge da prima linea difensiva contro tutte le sostanze dannose introdotte nel corpo, e che nei casi ora citati, sono i minerali inorganici. Per il corpo non esistono alternative all’assimilazione. Se la sostanza non è assimilabile viene scartata e messa da parte. A quel punto esatto scatta la leucocitosi e il sistema immunitario punta alla sua espulsione tramite i suoi canali escretori (reni, polmoni e pelle), ma non sempre è un lavoro facile, e il più delle volte esso è costretto a depositare il sovraccarico minerale nei punti meno vitali e vulnerabili del corpo, causando in ogni caso problemi a raffica.
La velenosità dell’acqua marina fa capire meglio la differenza tra organico e inorganico
Le acque minerali non possono offrire altro che la loro componente acquea, e non certo quanto contengono di minerale in aggiunta ad essa. Tale minerale significa solo extra-lavoro e grattacapi per il sistema emuntorio, ed un aggravamento della gessificazioine nel corpo. L’acqua minerale più ricca e concentrata è infatti quella del mare, che è ottima per la nostra pelle esterna, ma che bevuta in quantità diventa veleno mortale per l’organismo. L’acqua dei mari salatissimi, come il Mar Morto, è ancora più micidiale. Pure le acque dei pozzi neri sono ricchissime di minerali inorganici, oltre che di microrganismi e sporcizia, e sono infatti oltremodo velenose.
Anche le piantine ai primi germogli non sopportano il minerale inorganico
Persino le piante, nel loro stato embrionale, fino a quando non spuntano le prime radici e le prime foglie, non sono in grado di assorbire i minerali inorganici, e sono costrette a nutrirsi del materiale incluso nei propri semi. In pratica, pure per esse esiste un periodo di lattazione, seguito dallo svezzamento a suon di latte idrominerale, non appena il seme-mamma ha finito le sue scorte. Solo la presenza di clorofilla nelle piante rende possibile l’utilizzo delle molecole di carbonio inorganico e la conversione delle stesse in idrogeno e ossigeno combinati organicamente in amidi e zuccheri. Poi, alla fine del ciclo, la pianta organizza e combina l’azoto e gli altri minerali del suolo in composti più complessi, come i fiori e i frutti.
Le piante hanno l’esclusiva mondiale della organicazione dei minerali. Senza piante e frutta potremmo chiudere baracca e andarcene tutti quanti al creatore.
Solo le clorofillate piante hanno dunque l’abilità di assimilare ferro, calcio, magnesio e altri minerali presi dal suolo, e di usare le combinazioni risultanti per costruire proteine. Cambiamenti vitali avvengono in tutti i minerali allorquando essi passano nella struttura vegetale. Tali cambiamenti non possono essere ricostruiti o replicati in processi di laboratorio, visto che tali processi distruggono inevitabilmente i tessuti della pianta stessa. Questa tendenza a voler estrarre la vita dalla vita, è tipico della mentalità medica e chimica, e rassomiglia al voler dissezionare dei cadaveri per tirargli fuori l’anima.
Diete improprie e difficoltà assimilative alla base di carenze e deficienze
I minerali inorganici non servono dunque a correggere o a integrare le proprie deficenze minerali. Tali deficenze avvengono per diete improprie o per inabilità dell’organismo di assimilare un determinato minerale. Dieta impropria significa dieta incompatibile con il disegno del nostro corpo e con la nostra ereditarietà biologica, che ci impongono di consumare cibi integrali nel loro stato più naturale possibile. Non siamo assolutamente adatti al cibo carneo-latteo ed alle proteine animali, perché i nostri succhi gastrici non hanno la concentrazione necessaria a disintegrare il guscio proteico di carne, ossa, cartilagini, grasso, caseina, sangue degli animali. Gli umani che si cibano di carne e pesce ricevono una dieta poverissima e carente in sodio, calcio, potassio, zolfo, ferro e magnesio.
La scarsità di sodio nei cereali
Come le carni, anche i cereali scarseggiano di sodio. Questo il motivo per cui l’umanità sparge in continuazione del sale, ossia cloruro di sodio, su carni e cereali. Naturalmente, il corpo non può poi assimilare tale sodio, per cui lo deve espellere. Ecco perché i cereali non sono il massimo per l’alimentazione umana, essendo mineralmente sbilanciati. Se poi ci aggiungiamo la cottura, questo processo implica la trasformazione, da organici in inorganici, di tutti i minerali ivi esistenti.
Alcuni minerali tipo l’avena, il miglio, il grano saraceno e lo stesso mais, possono essere consumati con cotture limitate e virtuose, per cui vanno tenuti in particolare considerazione. Per i cereali germinati, come del resto per i legumi germinati, non ci sono problemi, a patto di consumarli a crudo.
La paradossale carenza di minerali in un corpo carico di minerali
Il cibo ideale per l’uomo è quello rappresentato dalle sostanze adatte e naturali al corpo umano, senza che sia necessario sottoporle a complesse procedure di preparazione. Una carenza di minerali può avvenire persino in compresenza, nel corpo stesso, di enormi quantità del minerale carente. Nel caso dell’anemia perniciosa, che viene spesso interpretata come una grave carenza di ferro, esiste paradossalmente un’eccessiva presenza di pigmento ferrico in giro per il corpo. Gli esami post-mortem di molti pazienti anemici dimostra che c’era al loro interno, ad esempio nella milza, tutto il ferro che serviva ed anche di più, ma si trattava di ferro sbagliato, inorganico, non assimilabile, oppure di ferro che non era accompagnato da sufficiente rame.
Il digiuno che rende metabolizzabile il minerale corporeo
Anche in fase di digiuno dei pazienti anemici, si è scoperto che il numero di globuli rossi aumenta, e che il ferro interno viene utilizzato più efficientemente durante il digiuno stesso, quando il paziente non sta ricevendo alcun apporto di ferro dall’esterno. Questo succede perché la procedura del digiuno abilita il paziente a metabolizzare e cannibalizzare il ferro già depositato nel sistema. Similmente succede con pazienti affetti da rachitismo, condizione associata a deficienza di calcio organico. Dopo un digiuno le loro condizioni migliorano.
Se vengono esposti al Sole migliorano ulteriormente, in quanto sviluppano vitamina D al loro interno, la quale favorisce un utilizzo razionale del calcio già esistente nell’organismo.
Fattori di incapacità assimilativa
Molti fattori possono causare incapacità assimilativa nei riguardi di un minerale regolarmente contenuto nella propria dieta. Abitudini personali, condizioni di lavoro, stato della mente, modo di cucinare, stati di rabbia e nervosismo, carenza di sonno, preoccupazioni, sovralimentazione, sono tutti fattori in grado di condizionare il processo assimilativo. Occorre pertanto, in linea generale, che l’individuo corregga i suoi modi di vivere. Può aver bisogno di un riposo mentale e fisico, o persino di un riposo fisiologico chiamato digiuno.
L’importanza delle condizioni minerali del terreno di coltura
A volte un motivo di carenza è quello di alimentarsi con cibi naturali che crescono però in terreni demineralizzati. Se il suolo è carente, sarà difficile ottenere dei minerali da una pianta cresciuta in tale situazione. Nel caso dell’uva, tanto per fare un esempio, è stato rilevato che:
Certi grappoli variano nel quantitativo di sodio dallo 0,29 al 10,54%
Certi grappoli variano nel quantitativo di calcio dall’ 1,70 al 22,60
Certi grappoli variano nel quantitativo di ferro dallo 0,05 all’ 1,68
Questo significa una variabilità fino a 35 volte, tra una zona e l’altra. Il miglior modo di garantirsi è quello di consumare diversi tipi di frutta e verdura cruda provenienti da diverse zone e da diversi paesi.
Due esempi di menù sheltoniani mineralmente validi
Ad esempio, un menù estivo, ideato dal dr Herbert Shelton, prevede solo anguria a colazione, lattuga, zucca gialla e semi di girasole a pranzo, ciliegie, nettarine e banane a cena, ed in tale modo si totalizzano: 400 mg di calcio, 18,2 mg di ferro, 316 mg di magnesio, 1150 mg di fosforo e 0,245 mg di iodio.
Un menù autunnale/invernale del medesimo autore, con arance e pompelmi a colazione, lattuga, asparagi, cardi e mandorle a pranzo, uva, cachi e mele per cena, offre il seguente contenuto minerale: 600 mg di calcio, 18,9 mg di ferro, 458 mg di magnesio, 800 mg di fosforo e 0,235 mg di iodio.
La dieta più ricca del mondo? E’ senza alcun dubbio la dieta vegana tendenzialmente crudista.
Il consumo di carne e latte significa che il corpo deve produrre calcio organico per metabolizzare e tamponare le tossine acidificanti della carne e dei suoi acidi urici. Il fabbisogno di calcio è infatti molto più alto nei carnivori che nei vegani. Aderendo a una dieta saziante di frutta fresca, vegetali, noci, tuberi, semi e germogli, una persona non ha bisogno in alcun modo di preoccuparsi, o di controllare i propri minerali e le proprie vitamine. Al contrario di quanto la gente pensa, la dieta vegana tendenzialmente crudista è la dieta più ricca del mondo.
Solo la natura è in grado di distribuire i micronutrienti con saggezza ed armonia
Il dr William Hay, citato da Shelton, dice: La natura provvede a tutte le sostanze chimiche necessarie per il nutrimento del corpo nella forma di colloidi organicati. L’uomo ha cercato invano di imitare tali sostanze, per cui deve per forza ricorrere alle piante. L’uomo, sano o malato, non potrà mai ottenere dal droghiere, dal farmacista, dal biochimico, la sostanza in grado di rimpiazzare le sue perdite e le sue carenze minerali.
C’è pure il problema delle sinergie. Se hai nel corpo rame sufficiente a mescolarsi con 10 mg di ferro, sarebbe del tutto inutile ed autolesionistico prendere 30mg di ferro, che per il corpo diverrebbero un’offesa fastidiosa, soprattutto se il ferro è inorganico, cioè da integratore. Un eccesso di ferro naturale non pone invece problemi.
Non confondere gli effetti placebo e la stimolazione per benefici dell’integrazione
Qualcuno sostiene che prendendo certi integratori è migliorata la propria vita? La realtà è che quando uno ricorre all’integratore, sopravviene in lui una serie di comportamenti e di attenzioni che prima non aveva, tipo incremento delle attività fisiche, maggior consumo di verdure, minore assunzione di alcol. Si crea così un fattore sostitutivo-placebo per cui si attribuisce a un determinato integratore i meriti del nuovo benessere.
In aggiunta a ciò esiste pure, vero e reale, l’effetto stimolazione, causato dalla reazione naturale del sistema immunitario alla oggettiva estraneità dell’integratore e del supplemento.
Il calcio dei latticini che causa osteoporosi e calcificazioni improprie
Ci sono più minerali assimilabili in una mela che in un intero vasetto di integratori. Chi si imbeve non solo di latte, ma anche della pubblicità dei grandi casari Nestlé e Danone, a sostegno del buon calcio contenuto nel loro buon latte, è bene che sappia come stanno in realtà le cose. Il calcio del latte, del gelato e del latte-cacao, o anche quello del formaggio, viene assimilato poco o niente dal corpo, a causa delle sostanze di contorno che quel calcio implica, tipo la caseina, usata come collante, e tipo gli ormoni o somatotropine, usate per incrementare la lattazione e la crescita carnea.
In questi casi, i valori inerenti al minerale calcio, non solo vengono negati, ma implicano in primo luogo una acidificazione da calcio inorganico (cotto), da stoppare con buon calcio organico interno (osseina) a scapito delle ossa (osteoporosi), e in secondo luogo una difficile processo espulsivo del calcio cattivo, con calcificazioni improprie e calcoli renali.
La realtà è che ci sono più minerali assimilabili in una singola mela che in una intera bottiglia o scatola di supplementi.
Una perversa pianificazione ordita a scapito della salute
In concomitanza con il peggioramento pericolosissimo delle attitudini alimentari umane, spinto e voluto dalle industrie alimentari e dalle industrie chimiche-farmaceutiche, il tasso di carneo-latteo-ittico- alimentazione, di medicalizzazione, di vaccinazione, di integrazione e di supplementazione, di salazione e dolcificazione, sta aumentando in modo spaventoso sul pianeta Terra, a spese dell’alimentazione naturale, a scapito della alimentazione crudista, fruttariana e vegana, a scapito della salute.
Il ripescaggio delle cose sbagliate ma redditizie
I furfanti di Big Pharma e i loro compari associati, nascosti sotto le spoglie di ministeri per la salute, di ministeri per l’economia, di ministeri per l’istruzione, di scuole ed istituti per il turismo e le attività alberghiere, vanno a recuperare in continuazione vecchi errori e vecchie attitudini bocciate del passato. Anziché prendere il buono degli anni scorsi, vanno a ripescare il marcio. Tutto purché redditizio e conveniente. Tutto purché commercializzabile. Tutto purché non salubre. Ecco dunque il ripristino delle vaccinazioni che nel dopo-Pasteur erano andate in crisi totale. Ecco il rilancio di gravi errori del passato a livello di integrazioni minerali.
La salute non è una questione di magnesio, e tanto meno di magnesio inorganico
Si riprendono in mano cure medievali anti-anemiche a base di bistecche di cavallo al sangue, o anche di sangue fresco dai macelli, quando già allora vennero interrotte perché, oltre all’aspetto orribile in etica ed estetica, esse producevano la stimolazione iniziale, facendo poi cadere il soggetto nella più nera depressione.
Si riprendono poi teorie assurde tipo la citofilassi del chirurgo francese Pierre Delbet, e la magnesio-terapia del dr Raul Vergini, e le cure al magnesio dei miracoli rilanciate in Australia e negli Stati Uniti da Peter Gillham, o le cure di padre Bene Shorr, del collegio di Santa Caterina in Italia, dimenticando che la salute e la regolazione dell’intestino non sono una questione di magnesio, e tanto meno di magnesio inorganico, quanto di equilibrio e di saggezza nutrizionale.
Non esistono al mondo pozioni miracolose e minerali prodigiosi
Chiaro che il magnesio è un sale importante. Prova ne è che la linfa delle piante, ovvero la clorofilla, ha una formula chimica in tutto e per tutto rassomigliante a quella dell’emoglobina. Solo che, al posto di un atomo di ferro, essa ospita un atomo di magnesio. Questo non significa che il magnesio preso come integratore sia una panacea, o abbia dei poteri miracolosi e prodigiosi come proclamato dagli opuscoli pubblicitari. Lo diceva anche la famosa Magnesia San Pellegrino, che ti ripuliva e ti purgava, indebolendoti e disastrandoti poi l’intestino per diversi giorni. La legge della natura non fa purtroppo sconti a nessuno.
L’unico rimedio al mondo è il veganismo, ha ammesso il dr Strand, il più spinto integratorista d’America
Bisogna che l’umanità maturi e punti alla qualità in tutto, non cercando scorciatoie ed artifizi, ma riprendendo la retta via. Non è che il corpo umano abbia bisogno di magnesio o di cloruro di magnesio.
Esso ha bisogno di tutti i minerali in proporzioni ottimali e ben distribuite, per cui l’unico rimedio al mondo rimane la dieta crudista vegana, come ha francamente ammesso lo stesso Strand, il più spinto e sperticato dietologo integratorista d’America.
Il magnesio, come del resto tutti gli altri minerali, non manca in natura
Tanto più che il magnesio non manca affatto in natura: il cacao contiene 420 mg in 100 g di prodotto, il germe di grano 336, le mandorle 252, le arachidi tostate 181, le nocciole 150, i fiocchi d’avena 145, i fagioli secchi 132, il riso integrale 119, i piselli secchi 116, i fichi secchi 82, le lenticchie secche 77, le banane 31, le carote 21, arance pesche lattuga 10...
Il contributo delle diete farabutte allo sbandamento generale
Tutte le diete farabutte alla moda, basate generalmente sul micidiale sistema basso-carboidrato e alta-proteina, tipo dieta Robert Atkins, dieta Zona di Barry Sears, dieta Gruppi Sanguigni di Peter D’Adamo, dieta South Beach di Arthur Agatson, puntano sullo sballo alimentare e sulla correzione a base di stampelle chimico-integratrici, col risultato di contribuire pure esse allo sbandamento generale di una umanità sempre più debole, malata e drogata.
Ed è esattamente quello che desiderano da sempre la Pfizer e i suoi compari. Più malati ci sono e più digestivi, aspirine, antipiretici, antibiotici, antidolorifici, statine, eparine e vaccini si vendono.
Il peggiore dei nutrizionisti americani è Ray Strand, ma almeno dice apertamente la verità
Il già menzionato dietologo americano dr Ray Strand lo ha dichiarato con chiarezza. Per me, non solo imporrei a tutti la dieta crudista-fruttariana modello Cambridge, quella del five-per-day, ma addirittura la porterei al seven-per-day, sapendo quanto bene faccia la frutta alla gente. Ma, siccome il 95% della popolazione non ne vuole sapere, ho deciso di prescrivere integratori a raffica, e sempre in proporzione sovrabbondante. La gente si trova bene e risolve i suoi problemi. Per la gente va bene così. E si sceglie il male minore.
Con gli integratori non torni indietro, e questo è il vero guaio
Chiaro che, con gli integratori, non si può tornare indietro. Bisogna continuare a prenderli regolarmente ed anche in quantitativi crescenti, altrimenti si cade in depressione. Un modo come un altro per stimolarsi e drogarsi a tempo indeterminato. Anche il caffè fa stare meglio molta gente, per un certo tempo, e a condizione di continuare a berlo. Non certo un modo razionale per risolvere in modo salubre e a lungo le proprie carenze. Vietatissimo e immorale dunque dare integratori ai bambini, ai giovani e persino agli adulti. Se a un anziano malmesso l’integratore è in grado di regalargli qualche mese di benessere, anche-anche.
Gli effetti collaterali degli integratori
Controindicazioni ed effetti collaterali? In abbondanza, e non come promettono i falsi profeti del farmaco e del farmaco-integratore. Stimolazione vuol dire alti e bassi cardiaci e termici, vuol dire indebite interferenze col sistema nervoso centrale, vuol dire odore cattivo del proprio corpo per la costante espulsione di prodotto chimico sballato attraverso i pori, vuol dire invecchiamento precoce, e vuol dire dipendenza. Vuol dire anche lasciare irrisolto il problema della carenza iniziale, dieta sballata o inassimilabilità specifica che sia.
Integratori e integratori, modi e modi, circostanze e circostanze
Certamente che esistono integratori ed integratori, modi e modi di usarli. Si ripete un po’ ad altri livelli il discorso che si fa coi medicinali. Esistono dei farmaci considerati giustamente indispensabili, e sono quelli delle emergenze e delle sale operatorie. Una persona messa davvero male potrebbe necessitare in fase di recupero, e per qualche giorno almeno, di qualche sferzata di energizzazione minerale o vitaminica, soprattutto quando il soggetto si dimostra incapace o inadatto a seguire una dieta restauratrice naturale.
Il fattore diseducativo non è da sottovalutare
Come dicono gli igienisti americani, viviamo in un mondo disegnato per farci ammalare sempre di più. Gli integratori purtroppo non risolvono questo problema né chimicamente né concettualmente. Più si ricorre all’integrazione e più si disimpara come mangiare, e più si disabitua il corpo al frutto e alla verdura, innescando conseguenze a non finire, incluso allergie ed intolleranze a questo o a quel cibo naturale.
Coerenza con la natura e informazione trasparente
Il mio consiglio personale a tutti i naturopati e terapeuti, vicini e lontani, è di essere coerenti sempre con la natura, e non con le spinte e le tentazioni a drogare che stanno sempre pronte dietro l’angolo. I clienti, prima ancora che trattati e possibilmente migliorati, vanno sempre informati su cos’è un integratore e su quali sono i suoi esatti limiti e difetti. Poi, alla fine, ognuno si fa le sue scelte. Così si evita anche di ricevere critiche sferzanti e stroncanti.
L’unica cura vera è quella della natura, non dimentichiamolo mai
Una vera cura naturale richiede sicuramente più tempo e più pazienza, ma porta con sicurezza e senza effetti collaterali al ripristino totale dell’equilibrio. Il farmaco, la cura, il rimedio, il decotto, l’impiastro, il preparato omeopatico, il siero ed il vaccino, faranno sempre di tutto, fuorchè prevenire, fuorché guarire in modo sicuro e stabile.
Il minerale, per fare davvero bene, deve vibrare elettro-magneticamente, deve penetrare, deve flottare in forma collaginosa nel liquido e non precipitare sul fondo del bicchiere. Per fare tutto questo, il minerale deve essere necessariamente preso da un frutto, da una foglia, da un seme, da un germoglio o da una radice.
Valdo Vaccaro
- Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
- Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)
Fonte:
http://www.nonsoloanima.tv/index.php?controller=article&path=2&article_id=1135